Qualche settimana fa, nell’ultimare l’allestimento del centro Arca, avevamo chiesto ai nostri giovani utenti di selezionare delle immagini fotografiche ed assegnargli una posizione a loro piacimento. Ci colpi l’entusiasmo dei ragazzi, e il loro modo di confrontarsi nelle scelte parlando di sé.
Le immagini sono infatti un linguaggio potente, generano scorciatoie e nuove consapevolezze di sé e degli altri, scavalcano muri ed ostacoli.
Partendo da questa idea, per il nostro ultimo incontro, abbiamo scelto di provare un gioco fatto di immagini, emozioni e colori, per facilitare la conoscenza soprattutto dei nuovi arrivati!
DIXT non è un gioco qualunque ha molto a che fare con la psicologia..
Fu ideato infatti, nel 2002,da uno psichiatra infantile e illustrato da Marie Cardouat, illustratrice di libri per bambini.
E’ il gioco del paradosso, dove bisogna esprimersi e farsi capire, ma non da tutti, attraverso delle carte di immagini archetipiche e ispirate alle fiabe, ricche di particolari e molto educative. Queste illustrazioni hanno una forza educativa e metaforica, una capacità di liberare la fantasia e di coinvolgere il giocatore proiettandolo in un mondo onirico, fiabesco ma non esclusivamente infantile.
“Mettersi nei panni” sembra quasi la strategia di gioco migliore, oltre che per vincere anche per conoscere meglio se stessi e gli altri, incuriosendoci su quel processo che porta
il narratore ed i compagni di gioco a dare determinati significati alle figure che si hanno di fronte. Non è semplice parlare apertamente delle proprie emozioni, ma lasciandoci trasportare dal gioco ci siamo resi conto che anche ci0 che più ci spaventa o ci fa vergognare, diventa meno minaccioso sé espresso in forma simbolica attraverso il canale delle immagini. Non è semplice parlare apertamente delle proprie emozioni, …