Il report di We Are Social (2022), agenzia che raccoglie i dati relativi ai social network ed al mondo digitale, ci rivela che più di 7 miliardi di utenti sono connessi ad Internet, con un incremento annuo del 10%.  L’uso dei dispositivi è particolarmente diffuso nelle fasce adolescenziali e giovanili della popolazione, anche se sta ampiamente dilagando anche tra adulti ed anziani. In Italia, ogni utente impegna mediamente 6 ore al giorno su Internet. 

La diffusione dei dispositivi digitali ha prodotto una vera e propria rivoluzione culturale, portando le persone ad utilizzare i propri smartphone in maniera totalizzante (non solo per comunicare, ma anche per ottenere indicazione, pagamenti, prenotazioni, lettura post dei canali social, ecc.).

L’utilizzo dei dispositivi digitali rappresenta un “paradosso della tecnologia”: se da un lato hanno delineato un progresso per la gestione di diversi aspetti di vita, dall’altro ci hanno “intrappolato” nella Rete, obbligandoci ad essere sempre reperibili, disponibili e a comunicare il nostro status in tempo reale. Un loro utilizzo prolungato e pervasivo può predisporre a diversi problemi di carattere psicologico e biologico, tra cui sintomatologia depressiva, ansiosa, deficit di attenzione, sintomi somatici, compromissione della qualità del sonno, arrivando a configurarsi come una vera e propria dipendenza comportamentale. La dipendenza da internet è sostenuta da caratteristiche intrinseche del dispositivo, ovvero la marcata preoccupazione nel verificare di essere sempre “connessi”, l’ansia derivante dall’essere sempre attivi per il buon funzionamento dei canali social, lo strutturarsi di comportamenti ripetitivi come il controllo, in modo compulsivo, delle notifiche e/o un impiego eccessivo dello smartphone anche in situazioni socialmente inappropriate.

Quest’ultimo aspetto ha ripercussioni negative sulle relazioni: le persone hanno imparato a prediligere la comunicazione virtuale e mediata dai dispositivi digitali, il coinvolgimento sensoriale è molto più ridotto delle conversazioni faccia a faccia e, molto spesso, lo smartphone si frappone tra i due interlocutori compromettendo la qualità della comunicazione e, di conseguenza, della relazione. Infatti, i social network diventano presenti anche in situazioni sociali, portando le persone a privarsi della compagnia di chi è presente, per partecipare alle comunicazioni virtuali: comune è il paradosso di essere presenti in tanti diversi luoghi virtuali e in comunicazione con altrettante persone, ma di essere poi assente dal luogo nel quale si è di fatto presente e senza comunicare con le persone sedute alla stessa tavola, con le quali si era usciti per passare un momento insieme, magari mangiando un panino o una pizza. Il fenomeno di trascurare la persona con la quale si è impegnati in una qualsiasi situazione sociale, per guardare, controllare e toccare compulsivamente lo smartphone, è stato definito da alcuni autori “phubbing” o “phone snubbing”: ciò interferisce con il senso di connessione con l’altro, con il sentimento di vicinanza e la qualità della conversazione. Paradossalmente, lo smartphone, nato con l’intento di migliorare la comunicazione e mettere in contatto gli esseri umani, è diventato una barriera virtuale e psicologica che ostacola le relazioni, piuttosto che rafforzarle.

Se pensi che il tuo smartphone influenzi la tua vita personale e tue relazioni, se non riesci a staccarti dal guardare e dal controllare il tuo cellulare, ovvero se il tempo trascorso su internet e sui social compromette negativamente la tua quotidianità,     CHIAMACI  0823/445068 – 445080   

dott.ssa  Ilaria Boccagna

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